leggevo un libro senza sosta
asciutto come un osso
le parole penetravano la mia fragilità
mi rendevano ebbra
se ancora lo sfoglio – la biblioteca lo conserva –
perdo gli anni dalle spalle
l’adolescenza mi possiede
le stesse cancellature
di scolaro che ha preso appunti
e un po’ di malinconia
comincia:
ascoltami, i poeti laureati
ecco
è domenica
siamo nella mia sala da pranzo
ho vent’anni – forse ventuno
la stanza è fresca e scura
il tuo profumo si confonde con quello dei limoni
montale fu profeta
toccò anche a me – quel giorno
la mia parte di ricchezza
13.6.1998
da Montale ritrovato, I.
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